Dal bambino al futuro: relazioni genitoriali, modelli comportamentali, relazioni autentiche.
La chiave di volta per comprendere le relazioni. Quante volte è capitato di considerare che le persone con cui entriamo in relazione non ci comprendano? Quante volte ci sentiamo trattati male in un ping pong con l’altro che sostiene la stessa cosa nei suoi riguardi? Un rapporto, una interrelazione non è mai cosa semplice perché, per quanto sia forte la sensazione “a pelle” che ci aiuta inconsciamente a riconoscere le persone, troppo spesso si nascondono delle insidie, delle dinamiche che alterano il processo comunicativo e dunque l’intenzione. E perché, lungo il corso della vita, troppo spesso ripetiamo, e forse ne siamo consapevoli, gli stessi errori relazionali? Il senso dei comportamenti umani è radicato nella prima infanzia quando avviene una cosa che sembra impossibile: la “decisione” del proprio piano di vita.
…ogni individuo impara comportamenti specifici e decide un piano di vita nell’infanzia…
L’Analisi Transazionale è una teoria psicologica fondata dallo psichiatra Eric Berne, a cui moltissimi studiosi hanno dato apporto e integrazione con altre conoscenze e discipline. Partendo da alcuni assunti filosofici sull’individuo – sua autodeterminazione e potere decisionale – questa teoria osserva e spiega i meccanismi con cui le persone comunicano e interagiscono tra loro: vere e proprie transazioni che avvengono nel corso di tutta la vita a partire dall’infanzia. Le scelte e le strategie ideate da bambini condizionano le dinamiche utilizzate quotidianamente nella vita adulta, portando, la gran parte delle volte, a risultati deviati o parziali.
Saper riconoscere le transazioni e il loro reale significato, significa saper comunicare in modo efficace e trasparente, in ogni ambito e situazione, con tutti i risultati che ne derivano. Così si crea la… nostra storia… nel tempo, nelle relazioni.
C’era una volta un BAMBINO…
O una bambina (usiamo il maschile per mero genere neutro)… che cresceva guardando la parte di mondo attorno a sé e, in particolare, ascoltando gli insegnamenti dei suoi GENITORI, di sua mamma e suo papà. Giorno per giorno si plasmava il suo carattere, il piccolo aumentava la percezione del Sé e iniziava a sognare il suo futuro confrontandosi con loro e raccogliendo, con i suoi perché e anche inconsciamente, informazioni su chi fosse, su chi sarebbe diventato e su quelle che sarebbero state le sue scelte nella vita. In funzione delle risposte che riceveva, in un modo o nell’altro, imparava, interpretava e annotava, in un TACCUINO SEGRETO, importanti appunti che confermavano o disconfermavano le informazioni che stava scrupolosamente e scientificamente raccogliendo… convalidate o contraddette nel futuro.
Certo, i modi di fare di suo padre non lo facilitavano e lo osservava, pensava: troppo spesso burbero, infastidito da chissà cosa… chissà come era quel papà da bambino, chissà se il nonno, suo padre, era antipatico, anche lui burbero… chissà come era la nonna… quante torte, quanti giochi o quanti problemi…
Relazioni genitoriali
Il bambino, impegnato nella sua crescita, dimostrava particolare curiosità per ogni cosa, non vedeva l’ora che il papà rientrasse dal lavoro per raccontargli le sue piccole avventure o i suoi sogni indicati su un mappamondo o trovare comprensione per i frequenti litigi con alcuni amici a scuola. Ma troppo spesso le cose si complicavano: quando tornava a casa, il papà non era disponibile al DIALOGO, per un motivo o per l’altro. Credeva. Perché così era gran parte delle volte, dimenticando quando, nonostante la stanchezza, giocavano a nascondino o leggevano insieme un libro.
Per fortuna c’era la mamma! All’inizio lei era un rifugio sicuro, dolce, caldo, accogliente. Con il tempo, crescevano anche gli altri fratelli e lei era molto impegnata con loro e e con le sue attività, le faccende di casa, il suo lavoro.
A volte il BAMBINO non riusciva più a tollerare i comportamenti dei suoi genitori, era proprio stufo e cercava di ribellarsi… magari l’avrebbero smessa, ma cosa avrebbe potuto inventare di tanto efficace per farsi notare?! Pensava che da grande avrebbe fatto vedere a tutti di che cosa sarebbe stato capace! Altre volte, per la paura di vedere i genitori così, distratti nella loro sopravvivenza, si rannicchiava in un silenzioso pianto, così doloroso che perdeva la fiducia, sentiva sfuggirgli di mano quell’àncora che erano i suoi genitori, pensando che la vita era veramente difficile.
Ad ogni modo, crescendo, era ormai un ragazzo, se ne era fatto una ragione, si era abituato, si era adattato alle situazioni configurando un suo percorso, un PROGETTO DI VITA SENSAZIONALE: senza perdersi d’animo, un giorno, su quel quaderno ha chiaramente scritto il “suo” titolo!
Mappamondi di emozioni… modelli comportamentali
Cresceva e, mentre si liberava di mappamondi, giochi e pupazzi, custodiva invece gelosamente il suo taccuino, aggiustandone ogni tanto gli appunti, rileggendoli, confermandoli, detestandoli.
Diventato ADULTO, tra gli studi e l’ingresso nel mondo del lavoro, delle relazioni meno spontanee di quelle tra bimbi, ha portato qualche piccola modifica ai suoi famosi appunti, soprattutto in relazione ad alcuni eventi in cui, per un attimo, aveva avuto la sensazione di guardare se stesso dal di fuori, come in un film, e ricordare che assomigliava a qualcuno nel modo in cui si era posto e relazionato… Oddio!
Ma se lui aveva giurato a se stesso che nella sua vita non si sarebbe mai, e poi mai, comportato come suo padre?! E perché, innamorandosi provava timore nel confronto con quella giovane donna? Non poteva, questa, essere dolce sempre, come lo era stata sua mamma, quel nido che ricordava e quietava la sua misteriosa ansia? Chissà perché questa donna doveva proprio ricordargli la madre nei momenti di tensione…
Basta!
Troppi pensieri e troppe situazioni che avrebbero avuto un corso, negli anni, non corrispondente a ciò che si era immaginato… cosa gli sarebbe sfuggito? Cosa, chi lui profondamente DESIDERAVA ESSERE? Quel taccuino pieno di conferme, quel diario, quel COPIONE, scritto senza la consapevolezza di divenire esatta traccia della propria rappresentazione teatrale… era ora di rivederlo per avere le vere risposte, che gli sarebbero servite per affrontare la SUA Vita.
I focus dell’Autostima e dell’Autoimmagine
L’Analisi Transazionale permette ad ogni individuo di comprendere chiaramente come, sotto quale focus, sono stati presi quegli “appunti”, sin dall’infanzia, attraverso un labirinto di infinite transazioni con i genitori e tutte le persone con cui si è entrati in relazione – relazioni genitoriali – definendo pian piano il proprio livello di AUTOSTIMA.
I messaggi comunicativi, espressi verbalmente o meno, possono condizionare positivamente o negativamente la cosiddetta AUTOIMMAGINE, la radice evolutiva della persona.
Una comunicazione “di servizio” può avere determinati effetti a seconda degli imperativi, se usata come unica modalità di interazione col bambino: «Lavati e vai a letto che sei stanco…». Quanti possono ricordare quelle che sono di fatto informazioni più specifiche, che esprimono un giudizio, quali: «Sei sempre il solito: cosa ci si può aspettare da uno come te?…»; «Con la tua intelligenza, potrai…»; «Sei in gamba, come tuo padre!»; «Hai fatto stare male tua madre! Con tutto quello che fa per te…»; «Fai la brava…»?
Nessuno di noi è stato ed è esente da queste dinamiche.
Interpretando passo a passo i messaggi
Scoprire come abbiamo interpretato questi messaggi, se correttamente e che peso hanno avuto nella nostra crescita personale, è un percorso di ricerca straordinario ed entusiasmante. Comprendere gli importanti passaggi – relazioni genitoriali, modelli comportamentali, relazioni autentiche – diventa essenziale.
Certo! Non è semplice riconoscere oggettivamente i fatti e raccontare a noi stessi la verità, troppo spesso condizionata da sentimenti – positivi o negativi – verso chi ci ha cresciuti, sottilmente distorta a conferma del nostro vecchio Copione! …Ah Vecchio Scarpone, ci viene da canticchiare con una spontanea analogia del suono della parola, Quanto tempo è passato… Lassù in un ripostiglio polveroso/Tra mille cose che non servon più/Ho visto malinconico e deluso/Un caro amico della gioventù…
Tutto questo per essere adulti? Chi è dunque l’Adulto? L’individuo che sviluppa una visione critica e responsabile della realtà, decontaminata, nel relazionarsi con il prossimo, da assunti scorretti, condizioni, giochi e manipolazioni degli stati dell’Io, derivati da una lontana percezione infantile radicata; libero da comportamenti ripetuti, giochi e “ritornelli” di un copione recitato per lungo tempo su un palcoscenico fino al giorno della consapevolezza.
Una nuova Dimensione: tra cambiamento e relazioni autentiche
Ebbene. È giunto il momento di comprendere perché sono così importanti le relazioni, il loro peso e valore in ogni fase della vita e i comportamenti correlati. È ora di decidere definitivamente l’importanza dell’essere autonomo, libero da influenze e latenti controlli, per prendere in mano la gestione della propria personalità, delle relazioni autentiche, recuperare la giusta Dimensione della propria Vita.
Dunque è fondamentale avere accanto, in questo percorso, in questo passaggio, un professionista del cambiamento – come al Corso Dimensione Vita – che accompagna nella verifica delle credenze di una vita, quelle limitanti, che hanno portato sempre allo stesso risultato, per quanto siano stati fatti importanti sforzi per cambiare. E non solo: moltissimi sono i benefici che si riverberano in ogni ambito, da questo momento in poi.
Il valore di una scelta importante
Una grande conquista avviene con questa scelta: finalmente è possibile liberare tutto il proprio potenziale, togliere le catene di principi errati aprendosi con fiducia ad una nuova vita di opportunità, di amore e di successo!
Noi siamo esseri sociali e non possiamo prescindere dalle buone relazioni per vivere meglio e partecipare ad un mondo migliore!
Beh, possiamo ora raccontare anche ai nostri figli, e ai figli dei figli, questa importate storia appresa: “Ciascun essere umano nasce principe o principessa; poi le prime esperienze convincono alcun di essi di essere dei ranocchi. Date queste premesse esistono due tipi di obiettivi… Il primo è ottenere una cosa chiamata “miglioramento” o “progresso”, il che significa far stare meglio il ranocchio; il secondo… significa togliersi la pelle del ranocchio per riprendere lo sviluppo interrotto del principe o della principessa.” (Berne, 1966)
Questa teoria è il principio dei nostri Corsi
foto di copertina: archivio personale copywriter