Racconti DI VIta – Le Competenze Emotive

Alcuni suggerimenti utili per attivare qualche semplice cambiamento e raggiungere importanti risultati professionali e personali.

Nella vita personale e professionale, ogni giorno, vengono richieste capacità che non hanno strettamente  relazione con i titoli di studio (o quelle che vengono definite hard skills) ma che condizionano comunque performance e risultati.

Queste ulteriori capacità sono da imputarsi all’intelligenza emotiva, un insieme di competenze personali, forgiate dalle emozioni suscitate dalle relazioni che viviamo, che ogni persona acquisisce e allena durante tutto il percorso di crescita, dalla prima infanzia attraverso l’adolescenza fino ad arrivare all’età adulta.

Possedere una buona intelligenza emotiva permette di capire profondamente gli altri attraverso l’empatia, di avere quindi buone relazioni sino ad avere spiccate capacità di comunicazione ed anche di leadership.

Ma da cosa dipende l’apprendimento e l’utilizzo di una risorsa così importante?

 La storia di Riccardo ce lo insegna chiaramente.

Riccardo ha 32 anni. Ci siamo conosciuti al Corso Dimensione Vita. Si è iscritto perché è stato consigliato da alcuni suoi colleghi e dall’AD dell’azienda dove da alcuni mesi è stato assunto come responsabile commerciale. Gli hanno parlato di un ‘esperienza di vita. È contento perché quest’azienda è molto attenta alle relazioni, alla comunicazione e alla formazione dei propri collaboratori che hanno voglia di crescere.

E Riccardo è uno che vuole crescere: nella sua vita ha sempre scelto esperienze e relazioni che potessero costruire il suo futuro!

La sfida di questo nuovo lavoro, però lo sta mettendo a dura prova. Ultimamente è frustrato perché non riesce a raggiungere i risultati professionali che si aspettava. Si sente legato e nervoso e cerca l’approvazione di colleghi o clienti per capire se è sulla buona strada e se sono soddisfatti di lui. Non vuole ammetterlo, ma in qualche modo è una situazione già vissuta…

Da bambino Riccardo era intraprendente. Con la  scuola si era dato da fare anche se non era una cima. A casa era disponibile ad aiutare la mamma prendendosi cura dei nonni anziani, facendo squadra con i suoi fratelli. Anche a calcio era apprezzato dal suo allenatore e dai suoi amici inseparabili.

Il padre di Riccardo invece era un uomo molto severo e silenzioso. Era funzionario di una importante compagnia di assicurazioni, lavoro che lo portava spesso lontano da casa. La distanza tra lui e suo padre si sentiva anche quando rimaneva a casa, infatti Riccardo non ricorda un apprezzamento da parte di suo padre, nemmeno davanti ad una bella partita vinta o un voto positivo a scuola. In realtà non ricorda nemmeno una lite, una sfuriata, niente! Il giorno della laurea lo scambio di un abbraccio imbarazzato. Così, appena possibile Riccardo se n’era andato di casa proprio per lasciarsi alle spalle ogni ricordo di quell’uomo, i suoi giudizi e il suo silenzio. Aveva la convinzione che suo padre non aveva mai avuto una buona opinione di lui e la cosa ormai era reciproca.

Ad ogni modo Riccardo in vita sua aveva conosciuto molte persone che lo avevano ispirato e guidato, così come in questa nuova azienda dove ha trovato un punto di riferimento nel suo Responsabile con ottimi presupposti di collaborazione e di crescita.

Sapere cogliere l’opportunità di crescita da un messaggio apparentemente casuale.

Un giorno l’Amministratore Delegato del gruppo lo ferma e gli chiede come va, come si trova con i colleghi e poi gli racconta: “Sai?… Anche io ho passato una vita a lavorare per dimostrare a tutti che ero meglio di mio padre. Ho fatto tante cose giuste, ma per il motivo sbagliato perdendo tempo ed energie! Ho contestato cosa mi diceva e i suoi modi. Tutto quello che mi ha insegnato non lo volevo accettare. Poi negli ultimi anni ho capito che sono identico a lui e che forse non ho nemmeno fatto meglio di lui! Oggi mi accorgo che se lui fosse ancora qui potrei chiedergli ancora tante cose e potremmo ridere e scherzare insieme, cosa che forse non abbiamo mai fatto veramente.”

Tornando a casa, Riccardo ripensa alla conversazione: perché gli ha fatto una confidenza così personale? In definitiva il padre di Riccardo fa parte del passato! Nei giorni successivi questa condivisione inopportuna lo rende sempre più irritato e pensieroso. Fare le cose giuste per il motivo sbagliato? Ma poi, lui non è come suo padre!

Decide così di partire per questo viaggio che gli è stato consigliato, “un Corso di sviluppo personale che dovrebbe darmi la chiave di lettura!!!” pensava scettico.

Una mattina facendosi la barba si guarda allo specchio e non si riconosce. La sua postura, il modo di parlare, di pretendere da sé e dagli altri, le sue idee intransigenti. È diventato come suo padre: un uomo arrabbiato, rigido, sempre meno socievole e completamente assorbito dal suo lavoro… Tutto quello che la sua compagna e i suoi amici da tempo cercavano di dirgli. Ha  fatto di tutto per dimenticare un padre egoista e assente per poi ritrovarlo in tutto quello che lui stesso faceva!

Durante il Corso DIVI Riccardo impara quanta energia siamo capaci di sperperare per difendere le nostre convinzioni e questioni di principio: sono un Copione di Vita, un manuale di istruzioni personale, per tenere i nemici fuori dalla nostra vita pensando di avere risolto il problema. Una guerra inutile anche tra lui e suo padre. Da quanto non lo vedeva? Quante cose avrebbe voluto chiedergli…

Con molta fatica conclude che finito il Corso lo cercherà, anche se è convinto di trovare una porta chiusa.

La sera stessa va a casa dei genitori, sua mamma apre la porta e dal corridoio gli viene incontro suo papà:” Ciao Riccardo, ti aspettavo da tanto tempo…”. Riccardo lo abbraccia imbarazzato e finalmente si dicono quello che da tempo dovevano avere il coraggio di dirsi!

Rispettando il silenzio e le sue scelte di suo figlio, il papà di Riccardo non rimpiange il tempo in cui sono stati lontani, perché era necessario per farlo diventare l’uomo che è oggi e trovare il coraggio di ritornare a casa. Suo padre lo ammira e segue a distanza tutti i suoi successi orgoglioso di lui e dell’Uomo che oggi è diventato! Orgoglioso di essere suo padre!

Il rapporto padre-figlio è la migliore Scuola di Formazione per un Uomo, che sia figlio o sia padre!

Ogni relazione permette reciprocamente di crescere, ma quello tra un padre e suo figlio è un legame unico e speciale perché è basato sull’amore, sulla cura, il confronto, la comprensione ma anche sulla responsabilità.

Ogni padre è il mentore che in ogni modo sprona e aiuta suo figlio a crescere sicuro di sé, a svilupparsi emotivamente e con una buona dose di autostima, competenze che da adulto permetteranno al figlio di esercitare in ogni situazione fiducia di sé e verso gli altri, di avere buone relazioni utili nel lavoro di squadra e anche possedere una certa leadership.

Sin da piccolo lo incoraggia ad esplorare i suoi interessi, a sviluppare le sue passioni e essere se stesso con la sua identità e non essere insicuro davanti alle aspettative dei genitori o del mondo: desidera che suo figlio non abbia bisogno di approvazione altrui, ma piuttosto sia dotato di capacità di risoluzione dei problemi.

Con l’adolescenza le provocazioni del figlio e gli impegni del padre fanno venire meno il rispetto, la fiducia e anche l’affetto l’uno per l’altro. I momenti di confronto diventano scontri e dichiarazioni di guerra tra i due, per cui le strade si dividono.

La differenza di età, di personalità, di interessi, di opinioni o di stile di vita, sono la scusa del distacco. Anche l’influenza della madre che interviene pensando di mediare i conflitti può diventare il pretesto per creare rottura e incolmabili incomprensioni tra i due.

Il coraggio di riconoscere la vera risoluzione al problema…

Allontanarsi e dimenticare non è la risoluzione del conflitto, per cui ciclicamente ci si sente scarichi e bloccati e ritorna nella stessa situazione di partenza: i conti in sospeso richiedono di essere chiusi. Per quanto si coltivino altre relazioni costruttive, il passato manda chiari segnali e che è arrivato il momento di affrontare quella partita per fare un cambiamento.

Per superare le difficoltà che di volta in volta ci boicottano, si può iniziare con lo scoprire le competenze di intelligenza emotiva che ci appartengono, rivalutando un rapporto importante come quello di un figlio con il padre. È la chiave per sentirsi riconosciuti e centrati nel raggiungere i propri obiettivi. Non ci sono altre persone così importanti da cui ricevere approvazione.

Quando si riprende in mano il rapporto tra padre e figlio, un rapporto magari sottovalutato e dimenticato, si ritrova la motivazione ricominciando a comunicare in modo profondo, ascoltando reciprocamente, accettando differenze e somiglianze.

Competenze che poi saranno allenate e che sapranno esser padroneggiate in ogni altro ambito della vita, dalle relazioni personali, a quelle lavorative e professionali a quelle sociali.

Il Corso DIVI e i suoi Formatori indicano come iniziare questo cambiamento e trovare la chiave.