Quando ci accade qualcosa di brutto e traumatico, sembra che non potremo più essere felici perché non sarà più come prima, sembra che la nostra vita non potrà più offrirci situazioni come quelle che abbiamo perso. Ma esiste dentro di noi la possibilità di ricominciare, di cambiare ottica e lasciare spazio a nuove opportunità.
Oggi è una responsabilità che tutti noi dobbiamo condividere per sbloccare e riqualificare la nostra vita, le nostre attività e le nostre organizzazioni.
La paura di ricominciare
Perdere la sicurezza quando finisce una storia d’amore
Succede quando finisce una storia d’amore e non c’è più il coraggio di conoscere qualcun altro e allora si frequentano i luoghi e gli amici di prima per ricordare con nostalgia il passato o magari per tentare di riaprire la vecchia storia anche accettando compromessi. Perché si pensa che nessuno potrà sostituire la persona persa, continuando a cercare sempre lo stesso tipo di partner con le stesse caratteristiche, senza pensare che si può incontrare una persona completamente diversa che ci farà stare bene. Anzi, che magari ci farà stare stare meglio!
La paura di essere superati nel lavoro
Anche quando dobbiamo affrontare un cambiamento nel lavoro, quando un collega va via e ne arriva uno più competitivo, oppure cambiano l’organizzazione del nostro reparto, quando dobbiamo formarci per imparare nuove tecnologie o adeguarci alle richieste aziendali, quando perdiamo il lavoro, allora le paure sono tante ma la sensazione più forte è di avere perso qualcosa, quella sicurezza che avevamo fino a che tutto era come prima. Ci si sente sconfitti e smarriti e si rischia di scegliere di adattarsi passivamente alle nuove necessità anche abbassando il livello delle proprie aspettative.
Il distacco da una persona cara
In qualche modo accade anche davanti ad una malattia o quando viviamo un lutto per la perdita di una persona a cui teniamo o che amiamo. La paura del distacco dalla persona cara è profonda perché siamo abituati quotidianamente a vivere sapendo di averla con noi, di poterci parlare o anche discutere, ma sappiamo che c’è. Quando un parente o un amico muore improvvisamente o addirittura prematuramente il dolore è immenso e si rimane bloccati, cercando di farlo rivivere nelle sue cose lasciate o nei ricordi, senza ritrovarlo mai più del tutto. Ma la via per uscire da un lutto è pensare che la morte porta via fisicamente una persona, ma non fa finire l’amore e il rapporto che noi abbiamo con questa: l’amore, le esperienze vissute insieme ed anche il dialogo continuano dentro di noi ogni giorno.
Vivere dentro l’incubo di una Pandemia da Coronavirus
Anche oggi ci troviamo davanti ad una situazione traumatica, vivendo tutto il Pianeta questa emergenza Covid-19, un terribile nemico invisibile che cerchiamo di tenere fuori dalla soglia di casa nostra e fuori da noi. È un nemico subdolo perché non possiamo andare in un luogo dove non c’è se non chiudendoci dentro la nostra casa e negandoci tutte le nostre normali attività. Non possiamo pensare di andare in un altro paese, di ricostruirci una vita altrove, di andare in un luogo più sicuro dove non lo respiriamo, perché il Coronavirus è anche lì! Tutte le popolazioni della Terra vivono in attesa di un vaccino o della terapia giusta per sconfiggere il virus. In attesa di una speranza che ci permetta di ricominciare a vivere “come prima” anche fuori di casa nostra.
Fuori di casa non solo paura dell’ignoto e compromessi
Intanto si rimane a casa uscendo tra mascherine guanti e certificazioni solo per qualche attività quotidiana, come fare la spesa o aiutare qualcuno, oppure per andare al lavoro. La paura è forte proprio perché fuori di casa può succedere qualsiasi cosa e non solo contrarre il virus, che è la preoccupazione principale, ma anche tante piccole situazioni pratiche e difficili da gestire se ci capita di trovarci in luoghi chiusi con altre persone, magari estranei, o camminare per la strada e trovarsi in un assembramento o essere avvicinati da altre persone, sconosciuti che non usano la mascherina o che addirittura possono essere malati e ci chiedono qualcosa, che starnutiscono o tossiscono senza ripararsi e ripararci.
E poi come poter lavorare sereni? Magari dovendo lavorare in ambienti chiusi, tenendosi a distanza tra colleghi per il timore di ammalarsi, lasciando spazio a discriminazioni, sospetto e poca fiducia verso l’altro, incontrando il solito maleducato che non rispetta i presidi di contenimento o ancora in un ambiente dove già prima era difficile fare squadra. Gli americani alla notizia della pandemia da parte dell’OMS sono corsi ad acquistare le armi, un comportamento apparentemente inconsulto che risponde all’istinto più profondo di difendersi dal nemico, cioè chiunque non rispetti l’incolumità nostra e della nostra famiglia. Tutti abbiamo reagito cercando di capire che cosa ci avrebbe dato sicurezza per affrontare il distanziamento.

Coraggio e gioco di squadra ci faranno uscire presto dal LOCKDOWN EMOTIVO
Tutte le situazioni negative in qualche modo sono dei lutti che ci annientano, ci fanno vivere l’esperienza della sconfitta e il dolore porta a pensare che tutto è perduto e che per il futuro dovremo adattarci, con compromessi disastrosi.
Ma non possiamo rimanere bloccati dall’angoscia in un lockdown emotivo per sempre, pensando che non c’è risoluzione. È un atteggiamento dannoso e perdente che non permette di andare avanti e di continuare a vivere. Ogni grande crisi offre grandi opportunità di cambiamento, diceva il grande Albert Einstein, e di progresso. Senza sfide la vita è una routine, un’agonia senza senso.
Quando potremo ripartire e comincerà la FASE 2, non potremo farlo con la paura. Uscire dalla quarantena vorrà dire sostituire la paura di ricominciare con il coraggio di ricominciare. Il coraggio, quella spinta innata che è in ognuno di noi, mettendo in preventivo che sarà una strada da costruire giorno per giorno e che se ci sarà qualche intoppo non potremo avere la presunzione che tutto sia perfetto, anzi: sono proprio gli errori e i momenti di difficoltà a fornirci importanti lezioni di vita e le indicazioni sulla strada da percorrere.
Per ripartire è importante fare un grande gioco di squadra e di collaborazione ascoltando la voce di tutti, partendo dalle istituzioni verso organizzazioni, aziende e lavoratori; dagli imprenditori verso i propri collaboratori e dipendenti, dai genitori verso i propri figli, dagli educatori ed insegnanti verso i propri studenti. Per ripartire è necessario che ognuno riparta ascoltando anche la sua voce, ascoltando se stesso, la propria autostima e lasciando spazio libero alle emozioni, alla creatività e all’intelligenza perché questi sono da sempre gli ingredienti che hanno portato l’Uomo a grandi scoperte e a grandi strategie.
In copertina: photo by Colin D