Prima di tutto, chi era questo Epitteto?!
Nato schiavo e divenuto filosofo, Epitteto è stato un importante esponente dello stoicismo e, dopo circa 2100 anni, oggi è più che mai attuale nell’aiutarci a comprendere cosa sia in nostro potere e cosa invece non lo sia affatto.
Gli stoici sostenevano, tra le altre cose, questa:
Chi usa la ragione per superare i legami all’avversione e alle negative condizioni esterne riesce a rimanere imperturbato in qualsiasi circostanza, persino se il tuo paese è stato conquistato da un tiranno che ti tortura davanti a tutti.
Questa immagine, di un tiranno conquistatore che ci tortura davanti a tutti, è più che mai vivida e presente e, soprattutto oggi, quel tiranno si chiama Coronavirus.
Epitteto, nato povero, senza famiglia, privo della libertà e divenuto zoppo a causa delle bastonate del suo padrone, valorizzò le proprie durissime esperienze di vita per dare forma alla sua filosofia della resilienza. In mezzo a tanta incertezza e oppressione come poteva conservare la calma e la forza mentale nonostante i vari impedimenti? Dove ha trovato la capacità di controllare il proprio destino? Come è riuscito a rimanere capitano della propria anima?
Epitteto risponde che la soluzione sta nel ricordarsi costantemente cosa dipende da noi e cosa no; ci chiede semplicemente di comprendere che tra le cose che esistono al mondo alcune sono in nostro potere, altre no.
Cosa non è in nostro potere?
Ecco la lista delle cose (alcune aggiunte sono legate all’attualità) che Epitteto ci indica come NON in nostro potere:
- il proprio corpo
- la salute
- le nostre proprietà
- la nostra reputazione
- la libertà di movimento
- il nostro lavoro
- i nostri genitori
- i nostri amici
- i colleghi di lavoro
- il nostro capo
- il meteo
- l’economia
- il passato
- il futuro
- il fatto che dobbiamo morire
A queste, puoi aggiungere tutto quello che ti viene in mente.
E cosa, invece, dipende da noi?
I nostri soli pensieri e le nostre convinzioni.
Ed è già molto, potrebbe sembrare quasi niente, tuttavia questo quasi niente è alla base della libertà, dell’autonomia e della sovranità umana. Dobbiamo imparare ad esercitare il nostro potere sui nostri pensieri e le nostre convinzioni, solo in quest’ambito siamo pieni titolari, solo noi ci diamo la possibilità, e ce l’abbiamo sempre, di scegliere cosa pensare, in cosa credere e, se possibile, come agire di conseguenza.
Dobbiamo accettare, invece, il fatto di non avere alcun dominio sugli eventi esterni, dobbiamo farcene una ragione altrimenti saremo arrabbiati, impauriti, angosciati e infelici per la maggior parte della nostra vita.
Le sofferenze dipendono da due errori
Molte nostre sofferenze, osserva Epitteto, sorgono perché commettiamo due errori:
- cerchiamo di esercitare un controllo assoluto su qualcosa sulla quale non abbiamo minimamente il controllo, qualcosa di esterno che non è in nostro potere;
- non ci assumiamo la responsabilità dei nostri pensieri, delle nostre convinzioni e seguenti azioni – su cui abbiamo il potere – dando la colpa di quello che accade al mondo esterno, alla politica, ai genitori, agli amici, all’economia, all’ambiente, ecc.ecc.
Dedichiamo una quantità imbarazzante di tempo ed energie mentali a fatti ed eventi su cui abbiamo un controllo scarso o nullo, ed il pensare continuamente a ciò su cui non abbiamo controllo non fa altro che accrescere insicurezza ed angoscia, permettendo loro di prendere il comando della nostra vita.
Immagina 3 sfere
Per cercare di non venir risucchiati in questa spirale distruttiva, quasi 2 millenni dopo Epitteto, Stephen R. Covey adotta lo stesso approccio nell’affrontare le “negatività”, il senso di impotenza e inadeguatezza e, nel suo libro The 7 habits of higly effective people, ci suggerisce di immaginare 3 sfere, una concentrica all’altra.
- La prima, quella più esterna, è la sfera di interesse/preoccupazione, all’interno della quale è presente tutto ciò per cui abbiamo e nutriamo un qualche interesse o preoccupazione, ma sulla quale non possiamo incidere, se non in maniera limitatissima.
- La seconda sfera è quella di influenza che comprende sistemi, persone e cose sulle quali si può avere, appunto, una certa influenza, si può interagire in maniera diretta ma che, comunque, non possono ricadere sotto il nostro pieno controllo.
- La terza sfera, quella più interna ed intima, è quella del controllo e definisce le cose che possiamo controllare e delle quali dovremmo assumerci la responsabilità. Sono i nostri pensieri, le nostre decisioni e le conseguenti azioni.
Covey, come Epitteto, ci invita a spostare l’attenzione su quello che è in nostro potere e passare da comportamenti reattivi a comportamenti proattivi.
Cambia il tuo comportamento
Da reattivo…
Siamo reattivi quando passiamo la maggior parte del tempo con l’attenzione sulla sfera della preoccupazione e dell’influenza, quindi siamo portati a reagire a delle situazioni “indesiderate”, di emergenza, non volute e tutte esterne al nostro pieno controllo.
Esser reattivi equivale a essere “irresponsabili”, ci dà la possibilità di autoassolverci per le tutte le scelte (giuste o sbagliate) che facciamo perché sono il prodotto casuale di sensazioni e situazioni emotive costruite intorno a comportamenti e circostanze a noi estranee, situazioni ambientali, temporali e contingenti. Sostanzialmente si attende che il cambiamento arrivi dall’esterno per poterlo fare proprio e, di conseguenza, non può essere che imposto. Quindi causa di sofferenza. Lo facciamo sempre e non ce ne rendiamo nemmeno conto.
…a proattivo!
D’altra parte, sviluppare una maggior consapevolezza su quello che realmente è in nostro potere e che agisce direttamente sulla qualità della nostra vita, cioè le decisioni che prendiamo e le azioni che compiamo a seguito del nostro pensiero e delle nostre convinzioni, ci rende proattivi.
Esser proattivi significa essere responsabili delle proprie scelte indipendentemente da situazioni accidentali o prese in preda a controversi stati umorali. Le influenze esterne, di qualsiasi tipo esse siano, stimolano le persone proattive a adottare un comportamento in base a decisioni e scelte consapevoli non dettate da impulsi ma da pensieri e valori interiorizzati. In questo caso, a differenza dei reattivi, il cambiamento deve esser prima di tutto interno per poi poter andare ad incidere sulla realtà esterna.
Tutti noi, oggi più che mai, ci troviamo in una situazione incredibile, spiacevole e che non è possibile cambiare, possiamo però sfruttare questo tempo sospeso per sviluppare la nostra capacità di esser superiori agli eventi, affinare il nostro pensiero in accordo ad azioni responsabili, possiamo riprendere il controllo delle emozioni, riconoscendole, prima che esse prendano il controllo su di noi, dobbiamo accettare quello che non possiamo cambiare consapevoli che non dipende da noi.
Tu non devi cercare che le cose vadano a modo tuo, ma volere che esse vadano proprio così come stanno andando; allora tutto andrà bene.
– Epitteto –
P.S.: È curioso che lo slogan che va per la maggiore in questo periodo è: “Andrà tutto bene”.
In copertina: photo by Bruce Mars